Le caratteristiche della plusdotazione, alto potenziale (APC) o giftedness negli adulti possono essere scambiate spesso per autismo nella sua forma “lieve” definita come autismo ad alto funzionamento, Asperger o, più recentemente, autismo di livello 1.
Ci si può chiedere quindi quali siano le differenze e le somiglianze tra gifted e asperger, tra APC e autismo, tra plusdotazione e autismo ad alto funzionamento…
Da un’ottica neuro-affermativa, per l’autismo ad alto funzionamento, come per la plusdotazione, si preferisce parlare di caratteristiche e non di sintomi, e di identificazione piuttosto che di diagnosi, essendo l’autismo, come la plusdotazione, una neurodivergenza e quindi non una sindrome o una patologia, ma un tipo di funzionamento legato alla genetica e a caratteristiche neurobiologiche.
Tra le caratteristiche che accomunano autismo e plusdotazione, è quindi importante citare primariamente il fatto che entrambe le manifestazioni sono neurodivergenze, ovvero tipi di funzionamento caratterizzati da un differente stile di elaborazione e integrazione delle informazioni. Il funzionamento neurobiologico, quindi percettivo e di conseguenza cognitivo, si considera diverso rispetto al funzionamento neurotipico, ovvero della maggior parte delle persone, pur considerando che ogni persona ha un proprio unico stile di funzionamento, il quale tuttavia può essere più affine all’una o all’altra categoria, neurotipica o neurodivergente appunto, secondo uno spettro che segue un continuum, piuttosto che categorie nette e definite.
Le differenze tra plusdotazione e autismo lieve, o asperger, o ad alto funzionamento, sono spesso difficili da identificare anche in virtù di questa comune appartenenza.
Tali differenze riguarderebbero la propensione delle persone autistiche a connettersi più con il concreto che con l’astratto e ad apprendere per memorizzazione, con meno inclinazione ad applicare le conoscenze in modo creativo. Il pensiero delle persone autistiche tende a essere letterale, serio e concreto, con difficoltà nella pragmatica del linguaggio (per esempio, saper rispettare i turni di una conversazione) e nella comprensione delle metafore.
Le persone plusdotate tendono a utilizzare un umorismo che prevede la reciprocità sociale, esprimono emozioni appropriate al contesto e cognitivamente sono a proprio agio con idee astratte. Se inoltre la persona desidera condividere con altri un interesse particolare, è meno probabile che sia autistica.
Le persone plusdotate, come le persone autistiche, mostrano particolare interesse e preoccupazione per tematiche di equità sociale e giustizia, ma per le persone autistiche la preoccupazione per la giustizia è un’estensione della logica e ha meno connotazioni di partecipazione emotiva.
Le persone autistiche possono avere in comune con le persone plusdotate, ma anche con persone con ADHD, una caratteristica delle funzioni esecutive che predispone a prestare attenzione in maniera sostenuta e intensa, per un periodo di tempo prolungato, a uno specifico compito, in maniera assorbente tanto da escludere dalla consapevolezza gli stimoli ambientali o le necessità fisiologiche.
Tale stato è definito iperfocus e sembra presente in molti profili di neurodivergenza, contribuendo all’ipotesi per cui le neurodivergenze come plusdotazione, ADHD e autismo, siano in realtà punti di un continuum, ovvero uno spettro modulato diversamente nelle varie configurazioni, ma avente basi comuni probabilmente anche a livello neurobiologico.
La creatività sembra appannaggio di entrambe i profili, autistici e plusdotati, anche se nelle persone plusdotate ciò può assumere connotati molto spirituali e di connessione con dimensioni ultraindividuali e sociali.
Un altro dominio che rende difficile le identificazioni differenziali, è rappresentato dalle ipersensibilità sensoriali. Secondo la mia esperienza, e secondo l’esperienza di molti psicologi clinici e studiosi, le ipersensibilità sensoriali si manifestano sempre nei casi di plusdotazione, con sensibilità sul versante dell’intensità maggiore, quindi di una soglia più bassa di percezione degli stimoli sensoriali, che può condurre più facilmente a sperimentare fastidio e intolleranza per rumori, luci, odori, texture tattili e di conseguenza a certi ambienti. Anche nella sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) si rileva una maggiore sensibilità accentuata agli stimoli sensoriali, oltre che emotivi.
Nell’autismo può verificarsi anche il caso opposto, ovvero di iposensibilità agli stimoli, quindi per esempio al dolore e nell’interocezione ciò si riflette come difficoltà di percepire la fame, la sete, le necessità fisiologiche.
Autismo e plusdotazione hanno in comune anche il disallineamento comunicativo che si verifica con la popolazione neurotipica: la reciprocità socio-emotiva viene minata da un mancato rispecchiamento nei pari, già in età infantile, dovuto alle differenti vie intraprese dal ragionamento neurodivergente, che può risultare in incomprensioni, e dal differente stile di apprendimento e di risposta agli stimoli sensoriali ed emotivi, oltre che da ambiti di interessi nettamente diversi in termini sia orizzontali (qualitativi) che verticali (livello di approfondimento e sfida desiderati o raggiunti).
Di conseguenza, parallele e simili sono le traiettorie psicosociali percorse da persone autistiche e da persona plusdotate: il social masking, o camouflaging, viene utilizzato spontaneamente come modalità di coping, un sistema di difesa appreso per interagire con gli altri senza essere esclusi, o per non essere visti come strani e inadeguati. Il social masking prevede di adattarsi alle ritualità neurotipiche e alle modalità di comunicare della maggioranza, per mimetizzarsi e “sembrare normali”, preservando così la possibilità di essere accettati e amati, anche se, purtroppo, non per quello che queste persone realmente sono nella loro natura più profonda.
La panoramica appena condotta, relative alle differenze e somiglianze tra autismo e plusdotazione, tiene in considerazione sia gli aspetti considerati come sintomi dall’approccio medico attualmente in uso per le diagnosi ufficiali, sia aspetti recenti derivati dalle neuroscienze e dall’esperienza clinica di numerosi clinici e ricercatori. E’ necessario infine tenere presente che ogni adulto/a o bambino/a plusdotato/a, cosi come ogni adulto/a o bambino/a autistico/a, manifesta specifiche caratteristiche, declinate in maniera diversa. Alcune persone per esempio hanno più difficoltà nell’area esecutiva, altre nell’area sensoriale o sociale, ma tutte hanno difficoltà ad adattarsi all’architettura neurotipica del mondo sociale e anche se esternamente sembrano perfettamente “adattate”, ciò costa loro uno sforzo sensibilmente maggiore.
Risulta quindi difficile e delicato distinguere tra autismo e plusdotazione, e anche decidere se vi siano casi di doppia eccezionalità.
Una review della letteratura del 2011, riguardo alla co-occorrenza di autismo e plusdotazione, conclude affermando come al momento attuale non esista una solida concettualizzazione di questa possibilità, e non vi sia ricerca valida sui relativi protocolli diagnostici. Ciò anche in conseguenza della concettualizzazione dell’autismo, considerato un disturbo dello sviluppo e quindi una patologia, diversamente dalla plusdotazione. Non si parla infatti di co-morbidità ma di “doppia eccezionalità”.
Una metanalisi del 2022 si è concentrata sulla ricerca che esamina plusdotati con diagnosi di autismo e ha in ultima analisi confermato la scarsità delle ricerche empiriche sulla doppia eccezionalità.
Data la difficoltà nell’assegnare un individuo a una delle due categorie o a entrambe, concordo con gli autori della review del 2011, i quali affermano che vi è necessità di valutazioni psicologiche che siano centrate sui bisogni dei singoli individui (needs-based assessment) e non sulle classificazioni (classification-based assessment).
Fonti:
Gelbar, N. W., Cascio, A. A., Madaus, J. W., & Reis, S. M. (2022). A Systematic Review of the Research on Gifted Individuals With Autism Spectrum Disorder. Gifted Child Quarterly, 66(4), 266-276.
American Psychiatric Association (2013). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta edizione. DSM-5. Tr.it. Raffaello Cortina, Milano, 2015.
Webb, J. T. (2005). Misdiagnosis and Dual Diagnoses of Gifted Children and Adults: ADHD, Bipolar, OCD, Asperger’s, Depression, and Other Disorders. Great Potential Press.
Burger-Veltmeijer, A. E., & Minnaert, A. E. (2011). The co-occurrence of intellectual giftedness and Autism Spectrum Disorders. Educational Research Review, 6(1), 67-88.
Come psicologa e psicodiagnosta svolgo consulenze psicologiche e percorsi di valutazione tramite test e colloqui per approfondire le caratteristiche delle persone autistiche adulte senza compromissioni intellettive, e identificare profili di neurodivergenza, come plusdotazione, disturbi dell’apprendimento, ADHD, oltre ad autismo di livello 1 (definito anni fa come autismo ad alto funzionamento o Asperger). I percorsi di valutazione possono proseguire con terapia psicologica ovvero sostegno, counseling e coaching individuale. Le valutazioni avvengono nel mio studio di Bologna e online via Skype.
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