Nel mio studio di Bologna mi occupo come psicologa e psicodiagnosta di valutazione di neurodivergenza negli adulti con il supporto di test e strumenti psicometrici. Nel caso delle neurodivergenze come autismo, ADHD, disturbi specifici dell’apprendimento e plusdotazione negli adulti, è più corretto parlare di identificazione piuttosto che diagnosi, in quanto, secondo il modello sociale e neuro-affermativo, tali categorie appartengono alle neurodivergenze, quindi sono ascrivibili a differenze geneticamente e neurobiologicamente fondate e non a disturbi intervenuti durante lo sviluppo.
La valutazione per identificazione di neurodivergenza o neuroatipicità negli adulti, può avvenire in presenza in studio oppure online da remoto, a seconda dei test necessari ad eseguire una valutazione completa in base ai protocolli e le linee guida nazionali e internazionali per la diagnosi psicologica.
I test che somministro per la diagnosi di neurodivergenza, sono utilizzati a supporto dell’individuazione delle seguenti neuroatipicità negli adulti: ADHD, autismo (di livello 1, in base alla definizione data dal DSM-5, o asperger, o autismo ad alto funzionamento secondo il DSM-IV), disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), plusdotazione.
Nell’ambito delle neurodivergenze, considero ancora più importante focalizzarsi sull’etimologia del termine “diagnosi”, il quale non accenna all’identificazione di sintomi, disfunzioni o disturbi da inquadrare in una patologia, ma riconduce ai concetti di “distinguere”, “percepire”, “conoscere” “tracciare una distinzione”.
La valutazione clinica infatta oltrepassa il puro selezionare, differenziare e raggruppare le persone in base a un sistema nosografico.
L’assessment collaborativo e neuro-affermativo
Per l’impostazione del percorso di valutazione psicologica mi ispiro quindi alla teoria dell’assessment collaborativo, o terapeutico, in cui il paziente/cliente è al centro di una riflessione condivisa con lo psicologo che ruota intorno ai suoi punti di forza e debolezza ma mi ispiro anche alla valutazione neuro-affermativa o “neuro-affirmative” in base al “neurodiversity-affirmative approach”, in quanto esplorazione terapeutica dell’identità neurodivergente.
La metodologia dell’assessment collaborativo, o terapeutico, è particolarmente indicata nell’ambito delle neurodivergenze, in cui la persona al centro della valutazione necessita di una maggiore comprensione del proprio funzionamento, è in una fase di scoperta o riscoperta della propria identità, e ha bisogno di ricontestualizzare la propria vita e ottenere nuovi chiavi interpretative per i propri vissuti, al fine di illuminare il presente ma anche vissuti di diversità ed estraneità che risalgono all’infanzia. Le emozioni sociali associate al funzionamento neurodivergente sono spesso colpa e vergogna, come esito di un mancato rispecchiamento nei pari e un mancato adattamento o, al contrario, iperadattamento, alla comunicazione e agli ambienti sociali neurotipici. Le conseguenze possono spaziare da un “mascheramento” o “camuffamento” costante (masking o camouflaging), allo sviluppo di un falso sé, alla sensazione costante di una distanza invisibile e incolmabile con gli altri.
In questo complesso quadro che coinvolge le persone neurodivergenti, assume ancora maggiore importanza un percorso di valutazione psicologica e un utilizzo dei test, che accompagni la persona in una visione non categoriale e categorica delle proprie difficoltà, ma flessibile e co-costruita insieme allo psicologo valutatore, tenendo conto degli obiettivi orientati alla persona e al suo benessere.
In quest’ottica è quindi fondamentale includere il punto di vista della persona valutata rispetto ai suoi punti di forza e debolezza, per restituire non una categoria diagnostica e un “verdetto”, ma un significato che vada a integrarsi armonicamente nel profilo della personalità, della sensibilità e dei vissuti della persona al centro dell’analisi.
L’assessment collaborativo è infatti è collocato in una prospettiva di cambiamento e i test in quanto strumenti a supporto della diagnosi e della valutazione, sono potenziali strumenti di intervento, oltre che metodo di raccolta informazioni, i quali concorrono all’instaurarsi della relazione terapeutica e sono spesso essi stessi specchio con cui la persona può auto-osservarsi nello svolgersi stesso della valutazione testistica.
Cliente e professionista sono quindi coinvolti in tutte le fasi del percorso come co-osservatori e co-interpreti dei dati testistici.
In letteratura emerge che dopo una valutazione collaborativa, i clienti mostrano un più elevato livello di autostima e minore sofferenza psicologica.
La collaborazione tra psicologo e cliente arriva fino alla conclusione e restituzione dei risultati, in cui viene richiesto un riscontro al cliente sull’esperienza di valutazione psicologica e sui risultati emersi, al fine di delineare insieme le cornici di senso che possano supportare la progettazione di percorsi terapeutici successivi alla valutazione.
Fonti:
Aschieri F., Fantini F., Smith J. D. (2016), Collaborative/Therapeutic Assessment: Procedures to Enhance Client Outcomes, The Oxford Handbook of Treatment Processes and Outcomes in Psychology
Finn S. E. (2007). In Our Clients’ Shoes: Theory and Techniques of Therapeutic Assessment. Psychology Press, New York.
Hartman, D., O’Donnell-Killen, T., Doyle, J. K., Kavanagh, M., Day, A., & Azevedo, J. (2023). The adult autism assessment handbook: A neurodiversity affirmative approach. Jessica Kingsley Publishers.
Come Psicologa e psicodiagnosta a Bologna svolgo valutazioni cognitive per identificare la neurodivergenza negli adulti: plusdotazione, ADHD, DSA, autismo ad alto funzionamento.
La valutazioni sono utili a chiarire tratti di personalità, aspetti emotivi, relazionali e di disagio.
Per saperne di più sulla valutazioni psicologiche contattami alla mail: info@psicologaonline.info o al numero 371 4107274 anche via WhatsApp.