Cos’è l’autoefficacia?
Fu lo psicologo canadese Bandura ad evidenziare l’importanza del costrutto dell’autoefficacia da lui definito come quel set di credenze nutrite dalla persona a proposito delle proprie capacità di attuare i comportamenti necessari per raggiungere determinati risultati ed obiettivi (Bandura, 1977).
Bandura definì l’autoefficacia facendo riferimento anche alle credenze a proposito delle capacità di esercitare un controllo sugli eventi della propria vita e di aumentare i livelli di motivazione, di attivare risorse mentali e di eseguire determinate azioni per controllare l’esecuzione di un compito.
L’autoefficacia risulta quindi avere un ruolo importante nel canalizzare le energie della persona verso il raggiungimento di un obiettivo in quanto afferma che sono le informazioni che un individuo possiede a proposito delle proprie capacità a regolarne il comportamento.
Le persone che credono nelle proprie capacità sono anche molto attive ed efficienti nel concretizzare le operazioni necessarie a portare a termine con successo i loro progetti. Inoltre, possiedono una maggiore spinta motivazionale che porta ad incrementare ulteriormente i loro successi. Infatti, chi crede nelle proprie capacità e ha quindi un maggior senso di autoefficacia è più portata ad immaginare scenari positivi e vedersi impegnata con successo in obiettivi futuri.
Acquisire abilità nella gestione del tempo aumenta gli obiettivi raggiunti per unità di tempo, portando a vedere più chiaramente i nostri risultati e a vederci abili nel realizzare quanto da noi stesso pianificato. Ciò porta ad avere una visione di noi stessi più positiva in quanto riusciamo a rispondere più puntualmente alle nostre stesse aspettative e ad avere quindi più fiducia nelle nostre capacità, incrementando il nostro senso di autoefficacia.
Acquisire abilità nella gestione del tempo aiuta quindi anche nella definizione degli obiettivi e all’aumento della produttività personale ma anche di gruppo.
Da dove viene il nostro senso di autoefficacia?
Secondo Bandura, le fonti dell’autoefficacia sono essenzialmente sei:
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L’esperienza passata
ovvero la quantità di successi e fallimenti sperimentati dalla persona
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L’esperienza vicariante
ovvero l’apprendimento circa le modalità per avere successo che la persona ha sviluppato osservando e imitando
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La capacità immaginativa
ovvero la capacità di prefigurarsi scenari positivi e ottimistici
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La persuasione verbale
la quale dalla capacità persuasiva dell’interlocutore
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Gli stati fisiologici
associare un’attività fisiologica a una prestazione, come per esempio sudorazione e accelreazione del battito cardiaco, fa avvertire un senso di fallimento e dubitare delle pèrorpei competenze
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Gli stati emozionali
ovvero le emozioni, positive o negative, sperimentate durante una prestazione
Autoefficacia e obiettivi personali
Essere consapevoli delle proprie credenze di efficacia è quindi importante per considerarle in modo flessibile, in quanto esse possono influenzare significativamente la scelta dei percorsi di studio e professionali e l’ampiezza degli interessi. Ogni percorso impegnativo infatti, è costituito da difficoltà e insuccessi ed è la nostra valutazione riguardo al fatto se siamo in grado di superarli, a influenzare le nostre scelte.
Autoefficacia e scelte sul futuro
Le credenze di efficacia influenzano le nostre scelte circa il futuro in quanto influenzano:
- la tenacia, in quanto più o meno persistentemente insistiamo in base a come valutiamo le nostre capacità.
- Inoltre il nostro senso di autoefficacia influenza la scelta degli obiettivi stessi, di compiti o situazioni, in quanto scegliamo traguardi più o meno difficili a seconda di come valutiamo e prefiguriamo le nostre capacità.
- L’autoefficacia influenza anche, ovviamente, le emozioni che percepiamo quando ci viene richiesta una prestazione, in quanto saremo più o meno in ansia o fiduciosi in base alle credenzea di efficacia (valutazione delle nostre abilità e potenzialità) e alle aspettative di risultato (ovvero delle nostre previsioni riguardo alle conseguenze di un comportamento o di una serie di azioni).
Le credenze di efficacia possono anche avere come oggetto le proprie capacità decisionali: si è constatato come scarse credenze di efficacia nei confronti delle proprie capacità decisionali si associano ad elevati livelli di indecisione scolastico-professionali (Nota e Soresi, 1998)
Fonti:
Bandura A. (1977). Self-efficacy: Toward a unifying theory of behavioral change. Psychological Review, 84, 191-215.
Bandura A. (1981). Self-referent thought: A developmental analysis of self-efficacy. In J. H. Flavell e L. Ross (Eds.), Social and cognitive development: Frontiers and possible futures. New York: Cambridge University Press.
Bandura A. (1986). Social Foundations of thought and action: A social cognitive theory. Englewood Cliffs, NJ: Prentice-Hall.