Per rispondere alla domanda riguardo a chi è lo psicologo e per fare chiarezza riguardo a determinati punti che ritengo importanti e che sono di interesse per il cittadino, in quanto spesso oggetto di dubbi e ambiguità, ho preparato un elenco di domande la cui risposta si collega direttamente al sito web dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna, a cui sono iscritta.
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Chi è lo psicologo?
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Perché affidarsi ad uno psicologo?
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Cosa attendersi dal professionista psicologo?
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Prestazioni e tariffe
Il professionista psicologo, nel suo operato, è tenuto al rispetto del codice deontologico.
Esso è costituito dalla codificazione di principi considerati dal diritto, dalla morale e desunti dalla prassi operativa per un’etica professionale condivisa dalla comunità degli psicologi.
Il codice deontologico si ispira alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e fondata sui pilastri di dignità, libertà, uguaglianza e fratellanza. L’articolo 4 del codice deontologico rappresenta una mirabile summa di questi principi:
Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi. Quando sorgono conflitti di interesse tra l’utente e l’istituzione presso cui lo psicologo opera, quest’ultimo deve esplicitare alle parti, con chiarezza, i termini delle proprie responsabilità ed i vincoli cui è professionalmente tenuto. In tutti i casi in cui il destinatario ed il committente dell’intervento di sostegno o di psicoterapia non coincidano, lo psicologo tutela prioritariamente il destinatario dell’intervento stesso.
Ciò che viene tutelato è quindi anche il diritto all’autodeterminazione della persona e in particolar modo della persona in stato di sofferenza, a cui viene riconosciuto il diritto alla piena libertà di scelta e a un rapporto equilibrato con il professionista della salute, ponendo sullo stesso piano la libertà di chi cura e di chi viene curato.
Il diritto ad esprimere un consenso informato, così come previsto dall’articolo 24 del codice deontologico degli psicologi, assume quindi la valenza di diritto inviolabile della persona alla salute e all’autodeterminazione, espressione del più ampio diritto alla libertà personale. Il principio del consenso in Italia si fonda sulla Costituzione che all’art. 32 precisa come nessuno possa essere obbligato a un trattamento sanitario, se non per disposizione di legge.